mercoledì 23 giugno 2010

La vera Salvezza è CRISTO


L'inferno non esiste,è solo un invenzione di chi vuol condannare il prossimo.
Non è mai esistito un luogo così triste e desolante
Cristo,col Suo sacrificio,ha distrutto,non solo la morte,
ma anche un eventuale luogo di punizione e sofferenza eterna.
Egli farà ogni cosa nuova.
Ogni creatura vedrà la sua Salvezza

sabato 19 giugno 2010

L’uomo non ha l’immortalità.

Le prime cose da usare per comprendere la nostra vera natura sono la sapienza e la saggezza che Dio ci ha concesso, alla luce della Bibbia, affinchè le nostre affermazioni siano confermati dalla sua Parola scritta.

Pertanto citeremo i vari versetti sull’argomento a conferma di quello che spiegheremo.

Dio ha creato gli angeli che lo servono, di natura spirituale. Successivamente ha creato l’uomo dalla polvere della terra (Gen. 2:7).

L’uomo non è uno spirito o un’anima immortale che vive prigioniera in un corpo di carne e di sangue. L’uomo ancora non ha ereditato tali superiorità, anche se il suo fine è questo: diventare spirituale, immortale, eterno.

Ger 29:11 “Poiché io so i pensieri che medito per voi, dice l'Eterno: pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza”.

Una gran maggioranza dell’umanità crede e pensa che dopo la morte, l’anima umana vada in cielo, se ha operato bene, oppure all’inferno”, se ha operato male. Questa è una falsa e tremenda affermazione che non ha nulla in coesistenza con la parola di Dio.

Alcune versioni rendono perfettamente il seguente versetto.

Gen 2:7 “…allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente”.

Qui notiamo che l‘uomo fu plasmato con polvere del suolo. Sappiamo che ogni cosa fatta con la terra è soggetta alla distruzione per varie cause, invecchiamento per primo.

L’uomo è un essere vivente, umano, vale a dire una sola e unica cosa, non un uomo con dentro una diversità, un’anima che lo sostiene.

Adamo dall’ebreo “Adam” ossia umano, fu posto in Eden, una parte di terra fra i fiumi Tigri ed Eufrate, dove stava l’albero della vita e l’albero del bene e del male, e Dio disse ad Adamo:

Gen 2:17 “del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai”.

Egli aveva a disposizione l‘albero della vita, quindi se fosse stato creato immortale non c’era bisogno dell’albero della vita.

Eva ascoltò il nemico: Gen 2:5 ”ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male”.

L’uomo appena creato scelse di essere giudice di se stesso e ascoltò la creatura piuttosto che il Creatore, in seguito Iddio si allontanò dagli uomini, chiuse l’accesso all’albero della vita:

Gen 3:22 “Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto a conoscenza del bene e del male. Guardiamo ch'egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell'albero della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo”.

La parola “perpetuo” indica una cosa indistruttibile, senza fine, continuo, una superiorità che per il momento non risiede nell’uomo.

Qui è evidente che l’uomo non ha nulla d’immortale. E’ stato formato con l’argilla, semplice terra, con nessuna aggiunta, solo un alito di vita; “vita” termine ebraico nefesh principio attivo, alito di vita presente sia negli uomini, animali e natura, che universalmente indica la vita su questa terra, un breve periodo di esistenza, da notare che in nessuna parte della Bibbia esiste un pensiero di fede nella vita dopo la morte, solo la persuasione di una futura risurrezione. La parola nefesh tradotta in italiano con “anima” vuole dire soltanto un corpo vivente.

Eccl 3:19 “Poiché la sorte de' figliuoli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l'uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità … Tutti vanno in un medesimo luogo; tutti vengono dalla polvere, e tutti ritornano alla polvere”.

La parola, immortale, si trova una sola volta nella Bibbia riferita unicamente a Dio, 1Tm 6:16 “il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen”.

Per intenderci meglio, la parola “morte” significa unicamente cessazione della vita, mentre “cimitero”, una parola “semplice” con il giusto significato indica il luogo dove si va a dormire, il fugace luogo di riposo.

La parola “tomba” è presente nella Bibbia una ventina di volte riferita sempre come luogo di sepoltura, fossa, sepolcro.

Pietro, nel libro degli Atti afferma:“Uomini fratelli, ben può liberamente dirvisi intorno al patriarca Davide, ch'egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al dì d'oggi fra noi … Poiché Davide non è salito in cielo”.

Nella lettera indirizzata ai Credenti Romani, lo Spirito Santo fa dire a Paolo: “il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”.

Il salario del peccato è la morte e tutti siamo ad essa soggetti: 1Giovanni 1:8: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi”.

Cristo è venuto dalla sua spontanea volontà per affrancarci con la sua vita e per darci in dono la vita eterna. Nessuno può meritare la vita eterna, essa è un dono.

1Tess 5:9 “Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo”.

Quindi è Dio che dà la vita eterna, nessun uomo la possiede, e non è possibile che Dio dia la vita eterna ai peccatori per poi farli vivere in eterno torturandoli. Se cosi fosse, il Sacrificio Perfetto ed unico di Cristo, sarebbe stato inutile.

E non è nemmeno possibile che esista nel regno di Dio un luogo di tortura.

Ci vuole coraggio Spirituale per “esaminare ogni cosa e ritenete il bene” controllando con diligenza e senza preconcetti ogni Parola

Ap 21:4-5 “non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate. «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»”.

In Romani: “ perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà…. Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi”

Con fiducia Dio fa dire ad Isaia 25:9: In quel giorno, si dirà: «Ecco, questo è il nostro Dio; in lui abbiamo sperato,ed egli ci ha salvati. Questo è il SIGNORE in cui abbiamo sperato; rallegriamoci per la sua salvezza»”

1Cor 15:53-54 “Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità. Quando poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: «La morte è stata sommersa nella vittoria»”.

Dio farà ogni cosa nuova, non può esistere luogo che sia al di fuori dall’occhio di Dio, altrimenti Dio non sarebbe unico. Non può esistere un luogo di punizione eterna. Nel nuovo Regno non può esserci il male.

Afferma anche : Ebrei 8:12 “Perché avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati”.

1Tim 1:17 “Al Re eterno, immortale, invisibile, all'unico Dio”.

Il Signore Gesù Cristo ha già compiuto ogni cosa, l’ultimo Sacrificio è stato immolato, non ne esistono altri, Cristo ha già pagato per tutti gli uomini.

Credeteci l’Eterno Dio è solo amore.

A. C.

venerdì 18 giugno 2010

Il peccato conduce alla morte?

Chissà quante volte, già dalla vostra adolescenza, avete sentito parlare di peccato. Vi è stato detto “non fare questo o quello perché è peccato”, “quello è un peccato veniale oppure quello è un peccato mortale”.

Ma cos’è il peccato? Cosa significa peccato veniale, perdonabile? Oppure mortale? Ecc.

Prima di procedere nella nostra breve riflessione dobbiamo sgomberare la mente da preconcetti umani sull’argomento e affidarci completamente alla Parola di Dio perché in essa si trova la Verità e ogni risposta alle nostre domande. Dopotutto il concetto di peccato si trova solo nella Bibbia e in nessun’altra religione.

Cos’è, dunque, il peccato?

La parola di Dio definisce il peccato come la violazione della legge di Dio (1Giov. 3:4). Precisamente la violazione della legge che Dio stesso ha dettato a Mosè nell’Antico Testamento e non le tradizioni di qualsiasi chiesa o denominazione cristiana.

Questa violazione trova la sua ragione di esistere nella separazione e nell’allontanamento dell’uomo da Dio ossia nella mancanza di Amore. Perciò il peccato è una violazione della legge dell’Amore perché Dio è Amore: l’amore è l’adempimento della legge (Rom.13:10) = Gesù Cristo è il fine della legge (Rom 10:4).

Gesù stesso chiarisce quanto la Sua legge è amare Dio e gli altri: Il primo [comandamento] è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore: Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua". Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi (Marco 12:29-31). E Matteo 22:40 aggiunge: “da questi due comandamenti derivano la legge e i profeti”.

Il peccato conduce alla morte?

Sì! La Parola di Dio è chiarissima. Con la trasgressione di Adamo la morte è entrata nel mondo perché Dio ha maledetto l’uomo. Da allora l’uomo ha sempre violato e viola ancora oggi questi comandamenti; quindi, tutta l’umanità è schiava del peccato cioè è lontana da Dio e, pertanto, è destinata a morire: “il salario del peccato è la morte” (Rom- 6:23) e in Ezechiele è scritto per ben 2 volte: “l’anima che pecca è quella che morrà” (Ezech. 18:4 – 18:20).

Allora tutti siamo destinati a morire? Sì. Infatti da Adamo in poi tutti gli uomini sono destinati a morire.

Poteva l’uomo redimersi con le sue forze? Assolutamente NO!!! E questo è dimostrato dalla storia delle civiltà umane fino ai giorni nostri. L’uomo è incapace di fare il bene, di amare perciò è destinato alla morte secondo il giudizio di Dio dato nel principio: “per certo morrai”.

Ecco l’unica speranza di salvezza: Gesù.

Ma un Dio d’amore poteva abbandonare le sue creature a se stesse? No! Dio aveva stabilito un piano di salvezza prima che il mondo fosse creato: riscattare l’uomo con il sacrificio di Suo figlio Gesù.

Con il suo sacrificio Gesù ha espiato per noi la nostra colpa e di tutta l’umanità; con la morte di Gesù sulla croce l’umanità intera è stata riconciliata con Dio e, quelli che sono chiamati in questo tempo e accettano questo grande dono e si convertono, sono santificati dalla Spirito Santo e ottengono la salvezza eterna.

Infatti, Paolo, vedendosi peccatore, si è chiesto (la stessa domanda che ognuno di noi si pone quando è convinto di peccato dalla Spirito Santo): “Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?”. “Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato” (Romani 7:24-25). Gesù disse: “il Figlio vi farà liberi”. E infatti Paolo in Rom. 8:1-4 “Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito”.

“POICHÉ, COME TUTTI MUOIONO IN ADAMO, COSÌ ANCHE IN CRISTO SARANNO TUTTI VIVIFICATI” (I Cor. 15:22).

In questo contesto si parla di risurrezione e glorificazione di tutti quelli che sono e saranno di Cristo Gesù, da cui si desume chiaramente che tutti saranno vivificati.

Allora ciò significa che noi possiamo fare quello che vogliamo perché tanto alla fine Dio perdona tutto e tutti?

Assolutamente NO! Dalla parola diretta di Gesù ci viene detto: “ogni peccato e bestemmia sarà perdonata, ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questo tempo né in quello futuro” (Matteo 12:31-32)

Dunque, c’è un peccato che può essere e sarà perdonato e c’è un peccato che non può essere e non sarà perdonato.




Salvezza e perdono per il peccato che non mena a morte.

La Salvezza è un dono di Dio, nessuno può meritarsela. E questo dono è Gesù, il Salvatore o Colui che salva.

La Salvezza procede solo da Dio. Egli solo è la vera fonte, non ne esistono altre e la sua Salvezza è per l’Eternità. Egli non ci ha creati per destinarci alla distruzione, ma per ottenere la Salvezza, stabilita prima ancora di ogni fondamento, “ E ogni creatura vedrà la salvezza di Dio” (Luca 3:6).

Il cuore e la mente di ogni uomo, in ogni angolo della terra e di ogni epoca, producono sempre lo stesso frutto: “violenza, contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze, insinuazioni, superbie, tumulti, guerre, impurità, fornicazione, dissolutezza e altro”.

Allo stesso tempo è alla ricerca di cose nobili ed eterne: Amore, Pace, Gioia, Fede, cose che ha stabilito Dio e che solo Dio può elargire e far comprendere. Non è la capacità umana a produrre questi effetti, ci vuole lo Spirito Santo.

Solo l’amore di Dio può cambiare il mondo. L’amore, la pace, la gioia sono il seme che Dio deve mettere nel cuore e nella mente di ogni singola persona mediante il quale, e con il tempo, produrrà il frutto nella propria vita.

L’umanità è tutta come Tommaso: se non vede e non tocca con mano non crede (Giov. 20:24). Beato colui che crede senza aver visto e toccato (Giov. 20:28).

Lo scopo della venuta di Gesù Cristo e del suo sacrificio è per la salvezza e non per la condanna dell’uomo: “Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo” (Gv 12:47); (Luca 19:10).

Non possiamo far dire alla Scrittura cose che non afferma e dire al prossimo che è condannato se non crede oggi. Noi crediamo che Dio ha un piano per portare la salvezza a tutta l’umanità.

È fondamentale chiarire che è Dio ad “aprire” la mente dell’uomo per ricevere la sua Parola, altrimenti è impossibile comprenderla, anzi, è considerata una pazzia dall’uomo naturale. Lo ha detto anche Gesù a Pietro: “Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo [riconoscere Gesù quale il Cristo Figlio di Dio], ma il Padre mio che è nei cieli” (Matteo 16:16).

Il ravvedimento o conversione è un dono di Dio; infatti l’uomo non può decidere da sè stesso se deve o non deve convertirsi. Questo è il nocciolo della questione e qui sta la differenza tra chi crede e chi non crede, chi ha la fede e chi non ce l’ha, chi è stato predonato in questo tempo e chi lo sarà nel tempo futuro.

Chi è stato chiamato ed ha creduto ed accettato il Signore sa che “Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo” (Tito 3:5).

Il fautore della nostra Salvezza è Cristo, l’ha già fatto, e prima di morire in croce al nostro posto disse: “tutto è compiuto”.

“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

“Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità” (2Timoteo 1:9).

In effetti, la legge della punizione è stata data per mezzo di Mosè, ma la Grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

La Grazia fa conoscere il favore che Dio opera verso tutti gli uomini condannati, in quanto peccatori, una concessione straordinaria compiuta per mezzo di Cristo che ha versato il suo prezioso sangue sulla croce per l’assoluzione dei peccati di tutti gli uomini.

Dunque, siamo giustificati per fede, gratuitamente per la sua Grazia e la Grazia è gratuita ed è salvifica per tutti gli uomini.

“Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini” (Rom. 5:18 e I Cor. 15:22).

Egli ha distrutto tutti i peccati e per sempre, inchiodandoli alla croce, affinché viviamo per la sua giustizia.

Ripetiamo: Gesù Cristo si è offerto come riscatto per i nostri peccati e dice che non se né ricorderà più, siamo sotto la Grazia, in più ci ha dato in dono il suo Spirito Santo, la caparra della vita eterna.

“Intorno a questa salvezza indagarono e fecero ricerche i profeti, che profetizzarono sulla grazia a voi (noi) destinata” (1Pietro 1:10).

“Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio” (1Giov. 3:9).

Vedete, il seme divino che ci viene dato rimane in noi, e non ci viene tolto e per forza maggiore ci cambierà dal di dentro. L’opera buona che Dio ha iniziato è Dio stesso che la porterà a termine, senza pentimento.

Per essere davanti a Dio dobbiamo essere per forza senza peccato. Il velo che ci divideva dal Padre fu tolto e tutti abbiamo la possibilità di entrare per Grazia e non per opere o per l’osservanza della legge. Lui l’ha fatto in modo definitivo.

E’ Cristo stesso che veglia su di noi: “Ovvero pensate voi che la Scrittura dichiari invano che lo Spirito ch'Egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia?” (Giac. 4:5)

“Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l'ha visto, né conosciuto” (1Giov. 3:6).

Per i peccati nella carne che tutti commettiamo: “violenza, contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze, insinuazioni, superbie, tumulti, impurità, fornicazione, dissolutezza e altro” la Parola di Dio ci invita a: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio [sui figli ribelli]. E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse” (Col 3:5-7).

Leggetelo di nuovo. Quei fratelli cristiani prima della conversione vivevano in quei peccati. Perciò, quei peccati sono perdonabili. Questa è la buona notizia: Gesù ha offerto il perdono al peccatore che si converte di tutti i peccati commessi passati e futuri se non si allontana da Lui e dovesse per la sua debolezza ricadere.

Chi crede in Dio e nel sacrificio del Suo figliolo Gesù Cristo può presentarsi con piena fiducia al trono della Grazia per ottenere misericordia e perdono incondizionato di tutti i peccati.




Il peccato che mena a morte.

Abbiamo anzi detto che È DIO PADRE CHE SCEGLIE A CHI RIVELARE SUO FIGLIO GESÙ CRISTO e, quindi, il dono del pentimento per i propri peccati e la fede in Gesù Cristo è un dono di Dio Padre, non è per merito personale.

L’uomo con i suoi sentimenti, le sue emozioni e la sua razionalità benchè motivati dalle più nobili intenzioni non può mai con le sue forze appartenere a Gesù Cristo.

Ecco cosa dice la Parola di Dio in proposito: “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore [agape], sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore [agape], non mi gioverebbe a niente” (1Cor 13:1-3). L’Agape è tutto. E ricordiamo che Dio è Agape.

E con molta chiarezza e precisione afferma in Romani 8:9: “Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui”.

Noi non siamo altro che testimoni della Grazia di Dio mediante la condotta della nostra vita e siamo considerati anche ambasciatori del Regno di Dio.

Il vero cristiano, colui che ha accettato il Signore Gesù ed ha ricevuto in dono il Suo Spirito Santo è nato di nuovo, è nelle mani del Signore e nessuno può riportarlo indietro.

Tuttavia, il credente rimane ancora nel corpo di carne per cui continua a commettere degli errori. È inevitabile perché non siamo perfetti e questo Dio lo sa, anzi lo sapeva già prima di chiamarci. Infatti Gesù è morto per noi mentre eravamo ancora peccatori.

OGNI PECCATO VERRÀ, DUNQUE, PERDONATO A SEGUITO DEL PENTIMENTO. MA C’È UN’ECCEZIONE.

L’apostolo Giovanni ha scritto: "Se uno vede il suo fratello commettere un peccato che non meni a morte, pregherà, e Dio gli darà la vita: a quelli, cioè, che commettono peccato che non meni a morte. V’è un peccato che mena a morte; non è per quello che dico di pregare. Ogni iniquità è peccato; e v’è un peccato che non mena a morte" (1 Giov. 5:16,17).

Gesù chiarisce e definisce questo peccato gravissimo; Egli disse che esiste un peccato che non prevede perdono: “A chiunque parli contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro” (Mat 12:32).

Gesù parla della morte seconda, della distruzione completa eterna dell’uomo impenitente: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna” (Mat. 10:28).

Per evitare qualsiasi speculazione è bene però chiarire che cosa la Parola di Dio intende per peccato imperdonabile da cui è impossibile un nuovo ravvedimento allo scopo di evitare che qualcuno cominci a dubitare di qualche fratello e condannarlo per un qualsiasi peccato che gli vede commettere.

Un’ulteriore specificazione ci viene data da Paolo: "Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, poiché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figliuolo di Dio, e lo espongono ad infamia. Infatti, la terra che beve la pioggia che viene spesse volte su lei, e produce erbe utili a quelli per i quali è coltivata, riceve benedizione da Dio; ma se porta spine e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta; e la sua fine è d’essere arsa” (Ebr. 6:4-8).

Dalle scritture appena menzionate, si evince come solo coloro i quali hanno conosciuto il Signore Gesù Cristo profondamente possono commettere il peccato che conduce alla morte eterna.

Questo peccato non può essere commesso dalle persone che ancora non hanno accettato la Parola di Dio completamente o che si stanno avvicinando al Signore; solo il vero cristiano, il vero credente può commetterlo.

In cosa consiste questo peccato? Avere gustato "le potenze del mondo a venire" (Ebr. 6:5) significa avere ricevuto dei doni dello Spirito Santo. Ora, se, chi ha sperimentato tutte queste cose rigetta il Signore, e si tira indietro (lasciandosi avviluppare e vincere dalle contaminazioni del mondo), prendendo la decisione di non volere più seguire il Signore e di rinunziare a Cristo e di non volerne più sentire parlare, quel tale commette il peccato che mena a morte e per quel tale non si deve pregare perché è impossibile menarlo da capo a ravvedimento perché crocifigge per conto suo di nuovo il Figliuolo di Dio e lo espone ad infamia.

“Il Signore giudicherà il suo popolo. È cosa spaventevole cadere nelle mani dell’Iddio vivente” (Ebr. 10:31).

Questo pericolo per il vero credente, si presenta nei periodi di persecuzione o di grandi prove per lui. Perciò è necessario che tutti i fratelli ci incoraggiamo a vicenda con le promesse fatte a noi dalla Parola di Dio allo scopo di rafforzare la nostra fede e la nostra speranza in Lui.




Conclusione.

Se sei nella condizione che ti stai avvicinando al Signore perché ti ha dato il dono della fede e del ravvedimento e lo hai accettato sai già che tutto viene da Dio e che Lui ha pagato per te la tua condanna a morte, la morte eterna. Se sei titubante a causa dei tuoi peccati e ancora non l’hai fatto sappi che Gesù ha cancellato il tuo debito, non aver timore Lui ti accoglierà a braccia aperte.

Se ti senti contristato per i tuoi errori e hai il desiderio di essere perdonato da Dio, stai sicuro che non hai commesso il peccato mortale. Per questo noi siamo anche chiamati a pregare per i fratelli che commettono peccati (perdonabili) e correggerli: “Fratelli, quand’anche uno sia stato colto in qualche fallo, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine” (Gal. 6:1).

Paolo sapeva benissimo queste cose. Riprese Pietro per il suo comportamento ipocrita.

L’uomo non è in grado di rispettare nemmeno le proprie regole, figuriamoci se è in grado di rispettar quelle di Dio. Per esempio, solo in Italia muoiono centinaia di persone e migliaia restano mutilati per incidenti stradali, la prima causa è la velocità. Eppure tutte le leggi che sono state stabilite non risolvono la questione. Questo perché mentalmente non c’è la volontà di rispettare le regole, figuriamoci, quindi, se possiamo giudicare chi non è in grado di credere in Cristo, umanamente. Dobbiamo aspettare e sperare che Dio lo chiami e quando lo chiamerà, risponderà. Eccome se risponderà!

Non possiamo dubitare per nessun motivo che il nostro Dio Padre Eterno non possa far risorgere un membro della nostra famiglia perché non ci ha ascoltato e non ha accettato il Signor Gesù Cristo in questo tempo. Questo è falso, è Dio che opera, non noi.

Egli ha fatto in modo che nessuna cosa vada persa. Egli ci rassicura e dice che lascerà le novantanove per ritrovare e salvare quella persa.

Dice il Signore: “Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio!” (Ez 37:13).

E questa non è una promessa solo per Israele, ma per tutta l’umanità. Questo è l’amore di Dio che non si tira mai indietro.

Essendo presente Cristo in noi e avendo lo stesso pensiero di Cristo possiamo tranquillamente camminare in cambiamento di vita, cioè in Cristo che è la vera vita presente e futura.

Gloria a Dio Padre Nostro e al Suo Figlio Gesù Cristo in cui abbiamo la redenzione e la remissione di tutti i peccati.
A.C. G.F.