venerdì 6 luglio 2012

Il salario del peccato è la morte.Romani 6:23

Dalle varie scoperte archeologiche, è emerso che già popoli antichi nella regione mesopotamica raccontavano la nascita del mondo, delle cose, degli déi e della lotta tra bene e male in modo estremamente vicino a quello che è familiare a chi professa l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam. Per cui gli storici sono convinti che la cosmogonia e la cosmologia della religione Ebraica e, quindi, delle altre 2 grandi religioni, deriva, molto probabilmente, da quella regione.
A noi, invece, ci sembra chiaro che quelle scoperte archeologiche sono la conferma che tutta l'umanità derivi da una famiglia che scampò al diluvio: Noè. Gli insegnamenti che Noè dette ai suoi figli si tramandarono per generazioni e generazioni sia pur con svariate sfumature tanti eventi successi prima.
Quando Dio, nel tempo stabilito, chiamò Abramo ad uscire dalla sua casa, dal suo paese e si rivelò a lui, ebbe inizio il piano di salvezza dell'umanità che è stato rivelato ad Israele. Dio ha rivelato la Verità sulla origine dell'uomo e sulla sua consistenza non solo fisica ma anche spirituale.
Dio dice due cose semplici, anzi tre, che non hanno bisogno di interpretazione: 1. l'uomo non ha un'anima vivente, ma è un'anima vivente (Gen. 2:7); 2. se mangi dell'albero della conoscenza del bene e del male per certo morrai (Gen. 2:17) l'uomo disubbidì è morì; 3. chi dice il contrario? Satana. Perché è il padre della menzogna (Giov 8:44).
La Parola di Dio non si smentisce, dalla prima lettera fino alla fine conferma questi principi di Verità.
Addirittura c'è chi pur affermando che effettivamente la Bibbia dice questo, sostengono che chi l'ha scritto non sapeva ancora che l'uomo ha un'anima immortale. In parole povere mettono in dubbio la stessa Parola di Dio, non credono nella sua ispirazione divina; hanno abbandonato, se mai l'hanno conosciuta veramente, la semplice e pura Verità per andare dietro alle favole.
La New Catholic Encyclopedia (1967) riporta: "Il termine ebraico per 'anima' (nefesh, ciò che respira) fu usato da Mosè . . . , per indicare un 'essere animato' e si riferisce ugualmente agli esseri non umani. . . . L'uso di psychè ('anima') nel Nuovo Testamento è simile a quello di nefesh".
Siamo nel tempo dove nessuno sopporta più la verità, ognuno preferisce udire quello che più gli piace credendo a favole di ogni sorta, alla New-Age.
Dio l'Eterno ordinò a Israele di non imparare dagli altri popoli, di non adottare le loro dottrine e di non servire i loro dèi perché gli altri popoli non servivano l'Iddio vivente ma i demoni. Tutte le altre religioni intorno ad Israele, adoratori di demoni, credevano nell'immortalità dell'anima.
Purtroppo la storia di Israele insegna che non sempre hanno eseguito il comandamento del Signore.
Quello della vita dopo la morte è un argomento dove si sono sviluppate molte teorie e dove molti dottori della parola di Dio hanno adulterato la Parola di Dio insegnando dottrine fondate su tradizioni umane.
L'inganno del diavolo ha condotto l'uomo a credersi immortale per cui la morte è un passaggio dalla vita nel corpo alla vita senza il corpo cioè non muore del tutto. A questo punto c'era da stabilire dove andasse l'anima dopo che avrebbe lasciato il corpo e qui c'è un'ampia scelta a seconda del proprio gusto. La parte di religione cristiana, che si fonda sull'immortalità dell'anima, per risolvere il problema ha stabilito che l'anima va o in paradiso o all'inferno a seconda se era un "santo" oppure no. E chi era non era santo ma neppure un diavolo? Problema risolto hanno inventato un altro luogo: il purgatorio. Per non parlare del limbo abolito recentemente.
Certamente tutte queste dottrine inventate sono state possibili in quanto alle persone era addirittura vietato possedere una Bibbia col rischio di essere messo a morte proprio da questi falsi profeti. Oggi Dio ha concesso, specialmente nei paesi occidentali, a chiunque lo desidera di informarsi come fecero i discepoli di Berea per vedere se le cose stanno veramente così. La Verità è nella Parola di Dio, non nella filosofia degli uomini.
"Nella sistemazione classica del cattolicesimo la dimostrazione dell'esistenza dell'anima spirituale era demandata alla filosofia, quale "ancilla theologiae". Dall'ovvia esistenza nell'uomo dell'intellezione e del conseguente giudizio, che sono operazioni non materiali, ma spirituali, si deduceva la necessità di un principio immateriale nell'uomo, poiché la materia non è capace di operazioni non materiali. Il supporto logico-argomentativo era dato dall'ontologia aristotelico-tomista." ("La Civiltà Cattolica" del 2 febbraio 2008).
Come conseguenza della dottrina dell'immortalità dell'anima c'era il problema da definire dove va l'anima alla morte, quindi, oltre al paradiso c'è il luogo di tormento delle anime anch'esso tratto dai popoli pagani, infatti, nelle religioni delle origini mediorientali (Babilonesi, Accadici, Semiti, Greci e Fenici) gli inferi era la dimora del demonio, il Chaos, principe degli inferi, da cui sono nati tutti gli dèi.
È importante conosce il significato originario ispirato delle parole che vengono tradotte con Sheol, Ades e Inferno per indicare il luogo dove vanno i morti.
Sceol - parola di origine ebraica tradotta in italiano principalmente con "soggiorno dei morti".
Ades - parola di origine greca tradotta in "soggiorno dei morti" o lasciata nel suo termine originale "Ades".
Infernus/Inferus parola di origine latina traducibile in "ciò che giace di sotto", presente nelle bibbie in lingua latina al posto dei due termini sopra citati, ma a volte anche in quelle in italiano, come sostitutivo di "Ades".
Nella Parola di Dio questi tre termini significano sempre "soggiorno dei morti".
Gesù disse: "Il nostro amico Lazzaro si è addormentato; ma vado a svegliarlo ... è morto". (Giov. 11:11) Egli ci fa ben comprendere come va intesa la morte. Nessuna assunzione in cielo o una trasformazione in fantasma che vaga non si sa bene dove, ma la cessazione della vita, in attesa del gran giorno dell'Onnipotente!
Una scrittura molto semplicemente dice che il Figlio di Dio stette tre giorni nell'Ades o Sceol o Inferno:
"Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.". (Mat 12:40).
C'è riportato nel credo apostolico che Gesù quando morì andò all'inferno cioè negli inferi. Perché? perché la Bibbia dice espressamente che fu messo nel "cuore della terra" cioè nella tomba.
Se fosse un luogo di tormento, non avrebbe senso questa frase, ed invece Gesù, il Figlio dell'Altissimo, subì la sorte di noi esseri umani, la morte, dopo peraltro aver ricevuto l'infamia del modo in cui morì.
Mai la Parola di Dio afferma che i morti vanno in un luogo di perdizione prima del giudizio finale.
"Ecco, tutte le anime appartengono a me. Come l'anima del padre così l'anima del figlio appartengono a me. L'anima [l'ebraico contiene "nèfesh"] che pecca, essa stessa morirà". (Ezec. 18:4)
"Non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima (psychè o "vita"); temete piuttosto colui che può distruggere sia l'anima che il corpo nella Geenna". (Matt. 10:28).
"In realtà, ogni anima (psychè) che non ascolterà quel Profeta sarà completamente distrutta di fra il popolo". (Atti 3:23)
Il termine "nèfesh" è reso in greco con "psychè". L'uomo quindi non ha un'anima immortale.
Ma cosa invece distingue il (nefesh) uomo dal (nefesh) animale? La Parola di Dio ci dà la risposta:
"Quindi la polvere torna alla terra proprio come era e lo spirito (o forza vitale; ebraico, rùach) stesso torna al vero Dio che l'ha dato". (Eccl. 12:7).
Nell'Antico Testamento rùach è tradotto con spirito o vento o soffio, mentre il termine tradotto anima è nèfesh. Questo vuol dire che alla morte il rùach o alito vivente o spirito dell'uomo torna nelle mani di Dio nostro creatore.
Nelle scritture greche del Nuovo Testamento, la parola resa per spirito non è la stessa di quella per anima:
"La parola di dio è vivente ed esercita potenza ed è più tagliente di qualsiasi spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima (greco, psychès) e dello spirito (greco, pnèumatos ), e delle giunture e del loro midollo, e può discernere i pensieri e le intenzioni del cuore". (Ebr. 4:12)
Dio afferma di essere l'Unico immortale.
Alla morte tutti, buoni e cattivi, vanno nella tomba e non in un luogo chiamato paradiso o inferno, rimangono lì fino al giorno stabilito per risorgere ed essere giudicati. Solo allora chi ha operato bene entra nel Regno di Dio e chi ha operto male e avrà rifiutato la salvezza sarà condannato. Essere condannato non significa che andrà in un luogo dove le fiamme non consumano eternamente ma in un luogo dove le fiamme consumano, invece, per essere distrutto per sempre.
Il luogo copiato dal paganesimo chiamato "inferno" lontano da Dio, per vivere nel tormento eterno del peccato è falso. Dio afferma che chi ascolta la Sua Parola e non si ravvederà, riferendosi ad un futuro prossimo, sarà distrutto per sempre.
C'è chi crede nella reincarnazione, una nuova nascita in un altro luogo, che i morti intervengono in favore dei vivi, che tutti sono in cielo alla presenza di Dio. Che confusione! L'uomo fin dall'inizio ha reso bugiarde le parole dell'Eterno ritenendo che la morte non sia vera ma solo una distruzione del corpo.
Se leggiamo attentamente e senza preconcetti, quello che la Parola di Dio dice in Romani 6:23 "perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù", notiamo subito che la vita eterna è un dono, non risiede in nessuno uomo, la vita eterna sta in Cristo, non nell'uomo.
Pietro ripieno di Spirito Santo afferma che la tomba di Davide, un uomo secondo il cuore di Dio, un santo di Dio, è fra noi e che egli non è salito in cielo. C'è bisogno di interpretazione? Quale deduzione? Pietro ha sgomberato ogni dubbio sulla fine dei morti: nella tomba.
Dio afferma che i morti in Cristo, cioè quelli che sono stati chiamati da Dio e hanno ricevuto lo Suo Spirito santo risorgeranno alla prima risurrezione e su di loro non ci sarà il giudizio, i loro nomi sono scritti presso Dio e per mezzo dello Spirito di Dio sono presso il Suo Trono. Il rimanente degli uomini dovrà risorgere dopo il millennio per essere giudicati.
Quindi è da ritenere come fondamento di Verità che Dio non ha condannato e non condanna nessuno senza il Suo giudizio come confermò lo stesso Gesù: Lui non è venuto per condnnare ma per salvare ciò che era perduto.
La morte pesa su tutti, Cristo si è sacrificato per liberarci dal peccato e dalla morte che è l'ultima ad essere distrutta.
Ma ognuno riposi nella Sua promessa: "come tutti muoiono in Adamo tutti saranno vivificati in Cristo". La resurrezione è l'unica speranza per l'uomo.

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