venerdì 29 giugno 2012

Chi mi respinge ha chi lo giudica: la Parola che ho annunziata, disse Gesù.Giovanni 12:48

Certamente è l'argomento più frainteso da molti credenti; sono convinti che chi oggi non crede in Gesù Cristo e non confessa il Suo nome sarà condannato.
Dobbiamo dire in onestà che molti di questi credenti hanno scelto Gesù come un uomo normale sceglie il suo idolo politico secondo la propria coscienza o il proprio interesse: è motivato forse da buoni sentimenti, desidera fare del bene al prossimo fino a dare anche la sua vita in sacrificio, ecc. certo sono cose encomiabili ma se non c'è amore cioè lo spirito di Dio non vale niente, tutto è vanità; hanno scelto Gesù come Dio perché è un grande maestro che ha fatto e fa grandi miracoli per tutti che nessun altro ha fatto. Non è certo dire solo "Gesù è il Signore" o fare delle opere potenti che dimostra di appartenere a Lui.
"E quando distribuissi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri, e quando dessi il mio corpo ad essere arso, se non ho amore [agape], ciò niente mi giova". (1Cor 13:3).
Siamo convinti dalla Parola di Dio che essa si rivolge a chi ha conoscenza della Parola di Dio, che l'ha ricevuta, che la sente ogni giorno e che invece di porvi mente la disprezza, la rifiuta, cammina secondo le proprie voglie e i propri desideri della carne.
Infatti, è scritto che coloro che non sono chiamati da Dio oggi (benché hanno avuto modo di sentire o vedere l'opera Sua) non lo conoscono veramente ma lo conosceranno solo quando saranno tirati fuori dalle loro tombe cioè saranno risorti. Solo allora si troveranno davanti all'Eterno Dio e lo conosceranno per la prima volta perché saranno unti dal Suo spirito e vivranno.
"Perciò, profetizza e di' loro: Così parla il Signore, l'Eterno: Ecco, io aprirò i vostri sepolcri, vi trarrò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d'Israele. E voi conoscerete che io sono l'Eterno, quando aprirò i vostri sepolcri e vi trarrò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il Mio spirito, e voi tornerete alla vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, l'Eterno, ho parlato e ho messo la cosa ad effetto, dice l'Eterno". (Ezec 37:12-14).
"Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati" (Cor 15:22).
Tutti significa tutti nessuno escluso.
Coloro i quali hanno fatto l'esperienza di essere chiamati da Dio comprende non solo queste scritture ma ha anche la comprensione che se il proprio vicino di casa, il compagno di lavoro, il suo datore di lavoro, ecc. sprezzano la Parola di Dio lo fanno perché non conoscono; perciò chi è da Dio usa grande misericordia verso "quelli di fuori" e non già sentenze di condanna.
Chi ascolta la Parola e non vuole cedere il passo a Cristo, non vuole mettere in pratica il consiglio di Dio, allora il giudizio grava sulla sua testa.
In questa epoca tecnologica e di benessere generale in cui viviamo, moltissimi sono i chiamati ma, purtroppo, questi credenti sono convinti di non avere molto bisogno di Cristo, che anche noi possiamo salvarci con le nostre opere e arrivare direttamente a Dio Padre; Egli è considerato alla stregua di un grande profeta che non ha mai peccato e quindi simbolo di perfezione da imitare, sì ha dato la Sua vita per noi ma non è sufficiente.
Chi essendo chiamato e non crede in Gesù Cristo come Figlio dell'Altissimo che procede da Lui e non si sottomette alla Sua autorità, rifiuta anche il Padre. Costui è già condannato.
"Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato". (Mar 16:16)
Credere non significa credere IN Gesù, ma anche A Gesù; significa mettere in pratica l'amore di Dio ed essere guidati dal Suo spirito santo cosicché il credente sia facitore della Parola e non uditore soltanto.
Cristo è venuto a salvare tutta l'umanità e non a condannare; chi crede in Lui crede nel Padre.
Se Dio sta chiamando, se ha aperto gli occhi alla comprensione della Verità, attenzione a rifiutare la Sua grazia! Non ci sarà un'altra occasione.

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