martedì 19 giugno 2012

Le autorità che esistono sono stabilite da Dio.Rom. 13:1

"Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono, sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità si oppone all'ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna; infatti i magistrati non sono da temere per le opere buone, ma per le cattive. Tu, non vuoi temere l'autorità? Fa' il bene e avrai la sua approvazione, perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male. Perciò è necessario stare sottomessi, non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivo di coscienza. È anche per questa ragione che voi pagate le imposte, perché essi, che sono costantemente dediti a questa funzione, sono ministri di Dio. Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l'imposta a chi è dovuta l'imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l'onore a chi l'onore". (Rom 13:1-7).
Paolo chiaramente si riferisce a coloro i quali amministrano la giustizia. Chi era il magistrato ai tempi di Paolo, nella Roma imperiale? Se noi conosciamo questa figura allora comprendiamo quello che la Parola di Dio vuole dirci con il sottometterci a queste autorità probabilmente miscredenti e che, però, sono poste da Dio.
La parola greca tradotta con magistrato è "archontes" che significa "governante" o "signore", spesso utilizzato come titolo di un ufficio pubblico specifico. Questi governanti in Grecia erano delle persone individuate dal popolo, probabilmente per un breve periodo, affinché gestissero la giustizia nei tribunali.
Sicuramente non si riferisce a presunte autorità ecclesiastiche come qualcuno, ambendo il potere all'interno della chiesa di Dio, ha interpretato "la sottomissione alle autorità superiori".
Purtroppo, la storia insegna come hanno volutamente travisato il senso anche di questa scrittura con la conseguenza che è stata creata la figura del capo con il potere di decidere addirittura la sorte e, quindi, l'autorità indiscussa sugli aderenti (e non), rendendoli in pratica schiavi delle loro dottrine spacciandole per verità.
Da quanto riferisce Paolo, la figura del "magistrato" è colui che è posto ad "infliggere una giusta punizione a chi fa il male". Sicuramente la giustizia umana è ingiusta; infatti, l'ingiustizia ai giorni nostri è diventata consuetudine. Tuttavia, ciò che Paolo vuole affermare è che ogni credente deve comportarsi correttamente nel rispetto delle leggi e di coloro che l'amministrano e, conseguentemente, se è richiesto, il credente ha il dovere di partecipare all'assistenza dello stato per motivo di coscienza. Questo è l'insegnamento di Gesù.
"... È egli lecito pagare il tributo a Cesare o no? Dobbiamo darlo o non darlo? Ma Egli, conosciuta la loro ipocrisia, disse loro: Perché mi tentate? Portatemi un denaro, ch'io lo vegga. Ed essi glielo portarono. Ed Egli disse loro: Di chi è questa effigie e questa iscrizione? Essi gli dissero: Di Cesare. Allora Gesù disse loro: Rendete a Cesare quel ch'è di Cesare, e a Dio quel ch'è di Dio. Ed essi si meravigliarono di lui". (Marc 12:13) o come disse a Pietro dobbiamo pagare il tributo "... per non scandalizzarli." (Matt 17:24-27).
La Parola di Dio ci invita alla sottomissione volontaria alle autorità per rispetto della volontà di Dio, ma questo deve essere nei limiti in cui è possibile in quanto non esiste un governo umano giusto. Noi non dobbiamo sottometterci alle leggi e, quindi, alle autorità che sono palesemente contro la Parola di Dio ovvero che ci inducono al peccato. Come non si può essere sottomessi alle autorità religiose se queste conducono la Chiesa al peccato o insegnano dottrine contro la Verità. Perché questa è la volontà del Signore: "Esci, o popolo Mio, da questa Babilonia!".
Tuttavia, tutte le autorità sono stabilite da Dio secondo il Suo piano di salvezza per l'umanità e Paolo vuole affermare anche che Dio ha tutto sotto controllo anche la creazione dell'autorità.
Il nostro modo di vita sociale deve essere improntato sull'amore per il prossimo in modo da tappare la bocca agli avversari con il bene e non cadere nelle mani dei magistrati per essere condannati. Perciò
"Non abbiate altro debito con alcuno se non d'amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non concupire e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: Ama il tuo prossimo come te stesso. L'amore non fa male alcuno al prossimo; l'amore, quindi, è l'adempimento della legge. E questo tanto più dovete fare, conoscendo il tempo nel quale siamo; poiché è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché la salvezza ci è adesso più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiam dunque via le opere delle tenebre, e indossiamo le armi della luce. Camminiamo onestamente, come di giorno; non in gozzoviglie ed ebbrezze; non in lussuria e lascivie; non in contese ed invidie; ma rivestitevi del Signor Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne per soddisfarne le concupiscenze". (Rom 13:8-14).
Quale modo migliore di questo ci consente di avere rispetto dei nostri governanti e delle leggi?

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