venerdì 4 maggio 2012

Gesù disse: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano.Luca 6:27

Paolo disse che la predicazione del Vangelo era considerata pazzia (1Cor 1) per i greci ovvero per tutti i popoli gentili; perché era [ed è] considerata una pazzia?

La società umana si regge sul fondamento posto dall'uomo: la sua giustizia, la sua limitata conoscenza delle cose del mondo, la sua razionalità, la sua spiritualità innata con la quale ha inventato tanti déi. Perciò in ogni cultura l'uomo ha sperimentato storicamente le stesse soluzioni ai problemi sociali dell'uomo. Infatti, i sistemi di governo e le leggi che li regolamentano sono sostanzialmente sempre le stesse, con un'unica definizione: la legge del più forte. Le leggi dell'uomo sono sempre improntate alla soddisfazione delle categorie che detengono il potere, di quelle che sono vincitori sui loro nemici.

Nell'impero romano il motto che definiva l'uomo era "homo homini lupus" (l'uomo è un lupo per l'uomo) perché riconoscevano che a causa della natura dell'uomo la società umana era come un branco di lupi. A parte alcune eccezioni, molti tra filosofi e scrittori cristiani e pagani hanno approfondito l'argomento sulla natura dell'uomo per cui sono giunti sostanzialmente alla stessa conclusione: la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell'uomo sono soltanto l'istinto di sopravvivenza e di sopraffazione (Hobbes).

È vero che oggi l'espressione è utilizzata per sottolineare, in tono ora ironico ora sconsolato, la malvagità e la malizia dell'uomo per cui si evita - specialmente nell'ambito politico - di pronunciare la parola "nemico" a favore di "avversario" con lo scopo di smitizzare la nostra natura malvagia. Ma nella sostanza sappiamo che non è così. L'uomo ha sempre creduto e crede nella sua giustizia che potremmo riconoscere nell'ideale "mors tua vita mea" (la tua morte è la mia vita) e nel famoso precetto "occhio per occhio e dente per dente" stabilito da Dio che troviamo nelle pagine della Bibbia.

Nella società, cosiddetta "democratica" e "civile" e sostenitrice dei presunti diritti civili, è diventata consuetudine e prassi annunciare la giustizia sociale dove chi sbaglia deve pagare, chi ha di più deve dare di più, ecc. mentre in realtà si agisce perversamente all'opposto: chi ruba o uccide è riconosciuto appartenente al sistema e deve essere difeso (nessuno tocchi Caino) e infine giustificato, chi subisce (l'abele di turno) è lasciato solo nessuno lo difende e deve sopportare non ha voce in capitolo, le tasse li pagano chi non ha e non ha via di scampo, ecc.

Quindi, la mente della gente è pervasa da frustrazione in questa società perversa e malvagia per cui non stupisce che il desiderio di ognuno è odio verso il suo simile. A causa dell'ingiustizia l'amore dell'uomo viene meno anche nei figli di Dio, come aveva previsto Gesù (Mat 24:12). Infatti, è difficile che esista amore in un mondo dove la giustizia è pervertita.

L'uomo in questi duemila anni non è cambiato, anzi è peggiorato. Chi si sogna di amare i propri nemici? Come pensate che risponderebbe oggi la gente (credente e no) a questo invito di Gesù di amare i propri nemici? Sicuramente con: è una vera pazzia. Forse è più facile credere e accettare Gesù Cristo morto e resuscitato che amare il proprio nemico che l'odia.

Gesù ai suoi tempi scosse il mondo con questa dichiarazione della volontà di Dio che rivoltava quello precedente dell'occhio per occhio. Scosse persino i Suoi discepoli. E scuote ancora oggi ognuno di noi nella nostra coscienza. Dio dette a suo tempo queste prescrizioni dell'occhio per occhio apparentemente in contrasto con il Suo carattere per la malvagità dell'uomo, come fece con il divorzio Mosè. Ma se guardiamo attentamente nella scrittura non è affatto così; infatti, come dice Giovanni, non è che sia un comandamento nuovo, ma vecchio (1Giov 2:7).

Gesù disse "Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figliuoli del Padre vostro che è nei cieli" (Matt 5:43-45).

Ma chi disse "odia il tuo nemico"? Certamente NON l'ha detto il SIGNORE Dio, l'ETERNO. Infatti non c'è assolutamente traccia nelle scritture di un invito del genere. Allora, chi l'ha detto? È l'insegnamento che viene dato dal mondo.

Tutta la Legge e i Profeti cioè tutta la scrittura dipendono da questi due comandamenti fondamentali: "Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l'anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, ... e il tuo prossimo come te stesso" (Matt. 22:37-40).

Questo contrasta con l'insegnamento del mondo che dice: odia il tuo nemico.

Dio, che è amore, non disse mai di odiare il nemico ma, invece, ordinò al Suo popolo: "Se incontri il bue del tuo nemico o il suo asino smarrito, non mancare di ricondurglielo. Se vedi l'asino di colui che t'odia steso a terra sotto il carico, guardati bene dall'abbandonarlo, ma aiuta il suo padrone a scaricarlo" (Es 23:4-5).

Quindi, Gesù non disse niente di nuovo di quello che Dio Padre già aveva detto e che il Suo popolo Israele non aveva mai messo in pratica perché non ne aveva la forza spirituale. Gesù ora, però, fà di questo comandamento "ama il tuo nemico" il segno distintivo del Suo popolo, l'Israele spirituale.

Dunque, se amiamo il Signore, ci dobbiamo domandare dove si trova la forza di amare quelli che ci odiano e come ottenerla? L'uomo naturale non può amare con la sua mente, ma mediante lo spirito di Dio può amare veramente come ama Dio stesso. Questa è l'unica soluzione. Allora chi adempie pienamente riuscirà a scuotere il mondo che lo circonda.

Amare il proprio nemico non significa condividere la vita e le idee del nemico, non significa rinunciare alla giustizia e alla correzione del trasgressore della legge, ma significa desiderare e fare del bene al nemico chiunque esso sia, con amore vero verso l'uomo che ancora non conosce la Verità perchè Gesù è morto anche per lui.




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