martedì 8 maggio 2012

Odiate il male, amate il bene, e, alle porte, stabilite saldamente il diritto.Amos 5:15

"Ascoltate questa parola, questo lamento ch'io pronunzio su voi, o casa d'Israele!" (Amos 5:1).

Inizia così la riprensione di Dio verso il Suo popolo. Per estensione l'invito, riportato nel capitolo 5 in Amos, è rivolto a tutta l'umanità perché ciò che fu scritto è per noi.

Che il mondo è ingiusto lo sanno anche le pietre. Tuttavia, siamo abituati a considerare l'ingiustizia un frutto negli altri e non in noi stessi, mentre è il frutto della nostra natura umana e ribelle al nostro Creatore. Infatti, sovente ci si chiede: perché Dio non fa nulla per porre fine alle ingiustizie?

Un uomo si lamentò con Gesù perché non aveva ricevuto la sua parte di eredità. Gesù rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?" (Luca 12:13-14). Così anche in occasione di alcuni eventi di "cronaca" (diremmo oggi) con la morte di alcune persone a causa delle crudeltà commesse da Pilato riguardo ai Galilei e della caduta della torre che uccise alcune persone ritenute a torto più peccatori degli altri, Gesù rispose al contrario anzi disse che tutti gli uomini devono pentirsi se non vogliono perire anche loro (Luca 13:5).

Gesù non è venuto sulla terra per giudicare, ma per salvare. Egli ha portato la guarigione dei peccati mediante il perdono e la riconciliazione con Dio Padre, testimoniando dell'amore di Dio per l'umanità. Ma questa umanità ha deciso di respingere il Salvatore: "Non vogliamo che costui regni su di noi" (Luca 19:14). "Crocifiggilo!", gridava la folla (Marco 15:14). Questo terribile rifiuto conferma che il mondo è nelle mani d'un omicida, il diavolo. È qui che bisogna cercare la causa degli orrori che si vedono tutti i giorni.

Dio è dunque insensibile? No, Egli ne soffre ma aspetta di intervenire coi giudizi perché la Sua pazienza ha come obiettivo la salvezza di tutti; Egli aspetta che tutti giungano al pentimento e si convertano.

Allora, perché devo chiamare in causa Dio? Non sono forse i nostri peccati e le nostre ingiustizie che causano tutti i mali dell'uomo? Dio che c'entra? Egli mette in guardia l'uomo dalla via dell'ingiustizia che ha intrapreso:

"Cercate l'Eterno e vivrete, ... o voi che mutate il diritto in assenzio, e gettate a terra la giustizia!" (v. 6-7). ... "Essi odiano colui che li riprende alla porta, e hanno in orrore chi parla con integrità" (v. 10).

In questa società la giustizia è pervertita e l'uomo onesto e corretto che odia l'ingiustizia è messo a tacere, anzi si guarda bene a parlare in pubblico e denunciare le ingiustizie per timore di essere perseguitato. Questa è una verità inoppugnabile, basta vedere la fine che fanno coloro che si oppongono alla malvagità della società, ai delitti di mafia, ecc.:

"Ecco perché in tempi come questi, il savio si tace; perché i tempi sono malvagi" (v. 13).

In queste condizioni, la nostra società è destinata alla rovina e all'autodistruzione, nulla impedisce il sorgere di conflitti, di violenze, di guerre. Tutto proviene dall'animo umano, dall'ingiustizia che regna nel cuore dell'uomo.

Eppure ci sono persone che si credono giuste e che sono graditi a Dio nonostante il loro comportamento ingiusto nella società e che rimandano all'Eterno ogni cosa senza il minimo impegno di cambiamento nella loro vita. L'essere religiosi e appartenere all'organizzazione religiosa non serve a nulla se non c'è la conversione del cuore, significa avere una lampada ma senza olio.

"Cercate il bene e non il male, onde viviate, e l'Eterno, l'Iddio degli eserciti, sia con voi, come dite. Odiate il male, amate il bene, e, alle porte, stabilite saldamente il diritto. Forse, l'Eterno, l'Iddio degli eserciti, avrà pietà del rimanente di Giuseppe" (v. 14-15).

"... Guai a voi che desiderate il giorno dell'Eterno! Che v'aspettate voi dal giorno dell'Eterno? Sarà un giorno di tenebre, non di luce. Sarà di voi come d'uno che fugge davanti a un leone, e lo incontra un orso; come d'uno ch'entra in casa, appoggia la mano alla parete, e un serpente lo morde. Il giorno dell'Eterno non è esso forse tenebre, e non luce? oscurissimo e senza splendore? Io odio, disprezzo le vostre feste, non prendo piacere nelle vostre solenni raunanze. Se m'offrite i vostri olocausti e le vostre oblazioni, io non li gradisco; e non fo conto delle bestie grasse, che m'offrite in sacrifizi di azioni di grazie. 23 Lungi da me il rumore de' tuoi canti! ch'io non oda più la musica de' tuoi saltèri! (v. 18-23).

Il SIGNORE ci invita a circoncidere il cuore, alla conversione vera e genuina nei nostri pensieri e nelle nostre azioni e non nell'esteriorità per fa vedere ipocritamente agli uomini la nostra partecipazione a riti religiosi.

È vero che siamo in tempi in cui singolarmente non possiamo fare molto a grande scala ma nel nostro piccolo possiamo condizionare l'ambiente intorno a noi con il nostro modo di vivere e di pensare e di agire se mosso dall'amore e dalla giustizia di Dio.

"Così parla l'Eterno: Rispettate il diritto, e fate ciò ch'è giusto; poiché la mia salvezza sta per venire, e la mia giustizia sta per essere rivelata" (Isaia 56:1).

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